lunedì 3 agosto 2015

SCOPERTO DENTE DI COCCODRILLO MARINO DI 120 MILIONI DI ANNI FA A TRAPANI - SICILIA

Era Siciliano l'ultimo Coccodrillo marino coevo dei dinosauri. Risale a 120 milioni di anni fa un dente scoperto nel trapanese ed apparteneva ad un Metriorhynchidae. 

Ricostruzione del coccodrillo marino - di Fabio Manucci
Ancora inglobato nella matrice, è stato rinvenuto durante alcuni lavori di sbancamento in una cava nei pressi di Calatafimi (Trapani) da Giacomo Sicali, attento ricercatore amatoriale naturalista. Notando che si trattava di qualcosa di particolare, Sicali ha immediatamente messo in sicurezza il fossile dall’azione distruttrice delle ruspe ed ha subito contattato Gianni Insacco, direttore scientifico del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso, istituzione siciliana di grande valenza scientifica e culturale. 


Dopo un’attenta analisi e riconosciuta l'importanza del reperto, Gianni Insacco ha riunito un team di paleontologi e geologi per studiare approfonditamente il fossile.
Lo studio anatomico del dente, l’analisi micropaleontologica della matrice, il confronto con altri denti fossili, accurate foto al microscopio elettronico non ha lasciato dubbi alla classificazione del dente. Nonostante il fossile sia un dente di appena due centimetri di lunghezza, apparteneva ad un geosaurino, un animale appartenente ad gruppo di coccodrilli marini estinti appartenente ai Crocodylomorfi Metriorhynchidi, un gruppo di coccodrilli marini estinti vissuti nell’era Mesozoica tra il Giurassico inferiore e il Cretaceo inferiore (tra 190 e i 120 milioni di anni fa), lunghi fino a 8 metri, vissuti al tempo dei dinosauri.



Il risultato della ricerca è talmente significativo da essere pubblicato oggi nella rivista scientifica internazionale Cretaceous Research. ''Il dente rappresenta la testimonianza più recente dell'esistenza di questi predatori preistorici a livello mondiale e diffusi nell’antico mare della Tetide, un braccio di mare temperato caldo che separava il Nord Africa dall’Europa e dall’Asia) durante l’Aptiano, una delle ere geologiche del Cretacico inferiore (da circa 125-120 milioni di anni fa)", spiega il paleontologo Gianni Insacco e direttore scientifico del Museo di Comiso che ha riunito un team eterogeneo di paleontologi e geologi per studiare approfonditamente il fossile con lo scopo di stabilire l’età del fossile e la sua identità tassonomica. Le analisi e lo studio condotto dai paleontologi Alfio Chiarenza (Università di Catania), Davide Foffa (Università di Edimburgo), Mark Thomas Young (Università di Edimburgo e Southampton), Gianni Insacco (Museo di Storia Naturale di Comiso), Andrea Cau (Università di Bologna), Giorgio Carnevale (Università di Torino) e Rita Catanzariti (CNR di Pisa) è talmente significativo da essere stato pubblicato sulla rivista Cretaceous Research e tracciano l'identikit dell'enorme animale preistorico. 

Il Paleontologo G. Insacco con il dente di coccodrillo
"Si trattava di un esemplare adulto, che poteva raggiungere fino a 8 metri e specializzato a vivere in alto mare in un clima temperato caldo'', precisa Insacco. La struttura corporea idrodinamica e lo stile di vita pelagico del rettile marino ''ricorda quella dei moderni cetacei: oltre alle zampe corte trasformate in piccole pagaie, aveva anche una coda ben sviluppata che funzionava da propulsore e da timone. Il muso, simile a quello di un coccodrillo, mentre la sua bocca costituita da denti provvisti di carene denticolate, era specializzata nel catturare pesci e molluschi".

"La scoperta riveste un grande significato scientifico”, continua Insacco, "il dente rinvenuto apparteneva al più recente Metriorhynchide al mondo: se l’ultimo ritrovamento relativo a un Metriorhynchide, avvenuto in Francia, era datato 140 milioni di anni fa, il nostro ha un’età di 120 milioni di anni fa. Ciò avvalora la tesi a sostegno del fatto che questi esemplari sopravvissero più a lungo in Italia rispetto al resto del mondo, dove l’estinzione si verificò molto prima. Anche l’esemplare più antico appartenente al gruppo dei Crocodylomorfi Metriorhynchidi era stato ritrovato in Italia, nelle Prealpi venete, e risale a 160 milioni di anni fa".

Questa scoperta suggerisce che il territorio siciliano abbia un enorme potenziale paleontologico ancora del tutto inesplorato, vista anche la scoperta degli ittiosauri siciliani nel 2014. (vedi l'intervista al Paleontologo G. Insacco in questo post)

Chiarenza A.A., Foffa D., Young M.T., Insacco G., Cau A., Carnevale G., Ca-tanzariti R. 2015. The youngest record of metriorhynchid crocodylomorphs, with implications for the extinction of Thalattosuchia. Cretaceous Research. Volume 56, September–December 2015, Pages 608–616

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