lunedì 1 settembre 2014

VECCHI LIBRI CON VECCHIE INTERPRETAZIONI: IL CASO DEL BRACHIOSAURO

Lo spunto per questo breve post mi è venuto sfogliando con mio figlio un vecchissimo libro sugli animali preistorici. Faceva parte della collana per bambini "Conoscere gli animali" e si intitolava "Animali preistorici" della Casa Editrice Malipiero - 1973.

Guardate la foto accanto, questo brachiosauro veniva rappresentato come un dinosauro acquatico, con quella sua massa enorme camminava appoggiando le zampe sui fondali marini allungando il collo al di fuori della superficie marina come fosse un periscopio.

La didascalia dice "Il brachiosauro, per il suo peso enorme, non poteva vivere sulla terraferma. Rimaneva perciò quasi sempre immerso nell'acqua fino al collo, nutrendosi essenzialmente di piante acquatiche e avventurandosi sulla riva solo per deporre le uova".

Che vitaccia, povero brachiosauro!





Ovviamente la rappresentazione del modo di vivere del brachiosauro nel mio vecchio libro ormai è superata. Questi enormi sauropodi ormai estinti sono considerati dei dinosauri terrestri erbivori vissuti durante il tardo Giurassico.

Ma l'immagine del vecchio libro traeva spunto dalla teoria dei "dinosauri nuotatori" formulata dal paleontologo Roland T. Bird nel 1944. Questo paleontologo, verso la fine degli anni '40 del XX secolo era andato a studiare delle impronte di sauropodi, intorno al fiume Paluxy nella Formazione Glen Rose nel Texas. Nell'articolo pubblicato nel 1944 sulla rivista Natural Hystory ipotizzò che quelle tracce fossili fossero costituite unicamente da impronte riferite alle zampe anteriori di un sauropode poiché quelle posteriori erano completamente assenti. Sostenne che il sauropode che aveva tracciato quelle impronte non poteva sostenere il suo peso sulla terraferma, quindi concluse che la sua vita fosse quasi completamente acquatica. 
Da tale suggerimento in seguito per molto tempo si pensò che tutti i sauropodi nuotassero appoggiando sul fondale marino soltanto le zampe anteriori facendo galleggiare quelle posteriori. In pratica utilizzavano la coda per equilibrare l'ingente peso del loro corpo, pertanto le tracce degli arti posteriori galleggianti risultavano inesistenti.

Soltanto recentemente poi negli anni '90 alcuni paleontologi confutarono questa ipotesi dimostrando che le impronte analizzate da R.T. Bird erano in realtà delle sub-impronte. Le impronte studiate non erano delle impronte complete, bensì delle sub-impronte, ovvero quello che rimaneva delle tracce negli strati rocciosi più profondi poichè la parte più superficiale era stata sottoposta ad erosione.

Questo concetto infine venne messo in dubbio anche quando uno studio dimostrò che, se l'animale si fosse immerso per diversi metri in acqua la pressione avrebbe compresso i polmoni e le vie aeree fino al collasso.

Le continue ricerche paleontologiche quindi su come vivessero questi grandi rettili hanno affossato la teoria dei "dinosauri nuotatori" portando il Brachiosaurus ad essere uno dei più enormi giganti terrestri dal collo lungo mai vissuti nel passato.

R. T. Bird, 1944 "Did Brontosaurus ever walk on land?" - Natural History, New York, v. 53, p. 61-67
M. G. Lockley & A. Rice, 1990 "Did "Brontosaurus" ever swim out to sea? Evidence from brontosaur and other dinosaur footprints" Ichnos, 1: 81-90.

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