Pochi giorni fa l’ho ripreso in mano e
letto con grande voracità. Ho ripercorso questo viaggio fantascientifico però
con la conoscenza derivante da una Laurea in Scienze Geologiche.
Perdendomi nella descrizione immaginaria
delle profondità della Terra è comparso istantaneamente nella mia mente il tema
di questa 44esima edizione del Carnevale della Fisica dal titolo "Geofisicando - Viaggio al centro della Terra".
Geofisicando è una parola totalmente
escogitata dalla sottoscritta per disquisire sulla relazione esistente tra Geologia e Fisica.
Se la Geologia è quella branca delle Scienze della
Terra che studia il pianeta Terra ed i processi che lo modificano sia
internamente che esternamente, la Fisica invece è la scienza della Natura in un
senso più ampio, cioè lo studio dei fenomeni naturali.
Infatti la Geologia con i suoi rami specialistici, utilizzando le leggi della fisica
newtoniana, permette anche la comprensione di moltissimi fenomeni naturali,
come per esempio i terremoti oltre a individuare indirettamente la struttura
interna della terra attraverso le onde sismiche.
Già nel 1863 Jules Verne, nel suo libro "Viaggio al centro della Terra",
fantastica sulla struttura interna della Terra e le cause dei suoi terremoti.
Il protagonista, il mineralogista Prof. Otto
Lidenbrock, rispondendo alle domande di suo nipote Axel afferma di aver discusso con un eminente
chimico inglese Humphry Davy sull'origine del mondo "... discutemmo a
lungo sull'ipotesi della liquidità del nocciolo interno della Terra. Ci
trovammo entrambi d'accordo sulla possibilità dell'esistenza di un tale stato
liquido, proprio per un motivo al quale la scienza non ha mai trovato una
risposta... ecco questa massa liquida sarebbe soggetta, al pari dell'oceano,
all'attrazione lunare e pertanto si produrrebbero due volte il giorno maree
interne le quali, sollevando la scorza terrestre, provocherebbero terremoti
periodici"
J. Verne aveva già precorso i tempi. All’epoca non
si sapeva che la parte superiore del nucleo terrestre fosse liquida. Per averne
l’inconfutabile certezza ci volle ancora più di un secolo. Soltanto agli inizi
del 1900 uno scienziato avrebbe iniziato a verificare scientificamente le
affermazioni di J. Verne.
Mi riferisco ad Andrija Mohorovičić che, come Jules
Verne per la fantascienza, percorse una nuova via mai battuta prima, delineando
una nuova branca della Geologia, la Sismologia.
Andrija Mohorovičić, nato a Volosca in Croazia nel 1857 e
laureatosi nel 1875 in Fisica e Matematica all’Università di Praga, si occupò
di meteorologia insegnandola nelle scuole superiori. Questa attività gli diede
modo di esercitare l’osservazione scientifica per poi avventurarsi nel viaggio
che lo rese uno scienziato di fama mondiale.
Fu testimone di un'intensa attività sismica in Croazia alla fine del 19esimo secolo. Con grande perspicacia degna di uno spirito antesignano fondò una stazione sismologica a Zagabria nel 1906 installando un paio di sismografi. Ebbe quindi la possibilità di registrare il terremoto dell'8 ottobre del 1909 con epicentro nella valle croata di Kupa. Grazie a questo evento catastrofico tanto temuto anche ai nostri giorni, Mohorovičić pose le basi della Sismologia. Applicò le teorie studiate in fisica sulla rifrazione e riflessione delle onde in un nuovo campo, la Geologia. Le sue analisi gli permisero di definire per la prima volta l'esistenza del confine chiamato oggigiorno da tutti "discontinuità di Mohorovičić", detta semplicemente "Moho", ossia il limite crosta-mantello.
Fu testimone di un'intensa attività sismica in Croazia alla fine del 19esimo secolo. Con grande perspicacia degna di uno spirito antesignano fondò una stazione sismologica a Zagabria nel 1906 installando un paio di sismografi. Ebbe quindi la possibilità di registrare il terremoto dell'8 ottobre del 1909 con epicentro nella valle croata di Kupa. Grazie a questo evento catastrofico tanto temuto anche ai nostri giorni, Mohorovičić pose le basi della Sismologia. Applicò le teorie studiate in fisica sulla rifrazione e riflessione delle onde in un nuovo campo, la Geologia. Le sue analisi gli permisero di definire per la prima volta l'esistenza del confine chiamato oggigiorno da tutti "discontinuità di Mohorovičić", detta semplicemente "Moho", ossia il limite crosta-mantello.
Come un qualsiasi oggetto risulta opaco alla luce del
Sole ma si lascia attraversare dai raggi X, così il nostro pianeta è in un
certo senso trasparente alle onde sismiche. Le onde sismiche si propagano
attraverso la solidità della Terra con velocità diverse e quando colpiscono un
confine delineato da due diversi tipi di materiale roccioso sono riflesse e
rifratte, proprio come la luce quando oltrepassa un blocco di vetro.
Questa fu la grande intuizione di Andrija Mohorovičić.
Anche a lui come ad altri grandi scienziati e
scrittori al pari di J. Verne gli fu donato il segreto di aprire con la chiave
dell'immaginazione la serratura che da accesso a mondi sconosciuti ed
inesplorati. Ha immaginato qualcosa che a nessuno era mai venuto in mente, ma
che era in accordo con le leggi fisiche conosciute.
Ha rivoluzionato la Geologia aprendo un varco su un mondo
fino ad allora immaginato, come lo studio della struttura interna della Terra. Un
viaggio all’interno del nostro pianeta, che continua fino ad oggi e che si è
esteso anche agli altri pianeti.
Per approfondire:
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