martedì 21 maggio 2019

LA CACCIATRICE DI FOSSILI. MARY ANNING SI RACCONTA

Decorre proprio oggi l’anniversario della nascita di Mary Anning, avvenuta il 21 maggio 1799 nella sua città natale Lyme Regis, un piccolo paese nella contea del Dorset in Inghilterra. Fu una pioniera della paleontologia, disciplina scientifica che nel XIX secolo era ad esclusivo appannaggio di uomini. In un periodo storico dove le donne venivano allevate con un'educazione limitata alle faccende domestiche e alle arti,  lei da autodidatta,  divenne una paleontologa straordinaria,  dando un contributo eccezionale alle scoperte di rettili marini  e non solo, anche alla teoria dell'evoluzione. Fu una donna che rivoluzionò il modo di vedere le imperscrutabili trame del tempo profondo.
Nata da una famiglia indigente, fu fin dalla tenera età diversa da tutte le bambine di quell’epoca. Per arrotondare le magre finanze della famiglia seguiva suo padre, falegname, a cercare fossili di animali estinti sulle spiagge per poi rivenderli ai turisti che venivano in vacanza a Lyme Regis. Entrò quindi in contatto con la paleontologia fin da piccola “si trovavano pietre stranissime alle quali la gente del posto aveva attribuito nomi suggestivi: pietre serpente,  artigli del diavolo,  denti di squalo,  vertebrelle,  ali di angeli e conchiglie di pietra trasformando la passione del padre in una sfida con sé stessa.   

Questi reperti le suscitavano una quantità interminabile di interrogativi “perché alcuni di questi animali e conchiglie pietrificati,  che avevano come ambiente il mare,  si trovavano seppelliti sotto strati di rocce e perfino sulle cime delle nostre scogliere?  Come ci erano finiti lassù? Perché stavano dentro le rocce se le rocce erano state create prima degli animali?" Domande alle quali lei non sapeva rispondere perché non aveva studiato né anatomia né scienze.

Tuttavia con un raro intuito e con i testi scientifici dell'epoca forniti dalla sua più grande amica Elisabeth Philpot riuscì a diventare sempre più esperta e a darsi delle risposte, anche se poche. Continuando a coltivare questa passione,  a soli 12 anni scoprì il mostro che la rese famosa,  quella creatura che aveva sognato tante volte e che era stata la scoperta mai fatta di suo padre, il primo scheletro completo di ittiosauro. 
lo chiamò il "coccodrillo" anche se non lo era, in quanto non assomigliava ad alcun animale preistorico disegnato fino ad allora “aveva un muso affusolato e lungo con una linea fitta di denti. E sopra c'era un occhio. Era tondo e grosso,  molto grosso… stavo toccando un reperto che nessuno aveva mai sfiorato. 

Sotto i miei occhi prendeva forma qualcosa che forse nessuno aveva mai visto”.

Un'emozione che pochi hanno vissuto nella loro vita. 

Fu l'inizio della sua storia come paleontologa.  Alla sua scoperta si interessò immediatamente un signorotto, Lord Henry Hoste Henley, che lo acquistò da Mary. Per esibire la sua ricchezza lo espose nella sua dimora fra tutti i rari oggetti della sua collezione, ma mancando di sensibilità nel riconoscere un fossile di eccezionale importanza scientifica,  per fare un affare,  lo vendette a William Bullock,  un collezionista di curiosità esotiche che operava a Londra “lì il fossile venne rappezzato con il gesso per raddrizzargli la coda”. Oltre allo scempio scientifico, Mary subì l’ingiustizia di veder attribuire la paternità della scoperta dell'ittiosauro a Lord Henley. 
Sala dedicata alle scoperte di M. Anning al N.H.M. di Londra
Per fortuna dopo un po' di tempo il British Museum di Londra lo acquistò per esporlo nelle sue sale, ma anche in questo caso a Mary non venne riconosciuto il merito della scoperta di questo fossile mai rinvenuto prima. Mary Anning non esisteva per nessuno. Con grande perseveranza e probabilmente per necessità economiche continuò a seguire le orme del padre nel cacciare i fossili. Infatti Mary rinvenne altri esemplari di ittiosauro che nel 1841 il paleontologo inglese Richard Owen descrisse scientificamente come Ichthyosaurus ovvero “lucertola di mare”. Nonostante le umiliazioni non si fermò e nel dicembre 1823 ritrovò un esemplare fossile ottimamente conservato di plesiosauro. La notizia di questa nuova e importante scoperta raggiunse tutto il mondo scientifico,  tanto che venne chiesto a Mary di inviare il fossile a Londra con degli schizzi per una presentazione ufficiale nella sede della Geological Society. Purtroppo l'attesa soddisfazione per il suo lavoro in ambito paleontologico non arrivò neanche in questo caso. L’eminente naturalista George Cuvier,  analizzando i suoi disegni, disse che il reperto del plesiosauro era un falso poiché,  a suo parere, “l'anatomia contraddiceva tutte le regole che egli stesso aveva solidamente dimostrato”. G.  Cuvier sosteneva che il plesiosauro era una chimera cioè un mostro marino assemblato da due specie fossili differenti,  un tronco di ittiosauro e la testa di un serpente di mare. 

La reputazione di Mary e l'amore per la ricerca dei fossili subirono un contraccolpo.  Soltanto la sua tenace volontà la risollevarono da questo momento drammatico. Si mise a studiare i cosiddetti bezoari,  delle curiose pietre cilindriche o coniche,  a volte anche a spirale che si rinvenivano frequentemente in spiaggia e perfino talvolta tra le ossa del bacino dei rettili marini.  Con l'amico William Buckland, eminente scienziato,  geologo e uomo di chiesa,  riconobbe che questi frammenti rocciosi erano feci fossilizzati,  quelli che oggi conosciamo con il termine di coproliti e finalmente venne nominata in un articolo. Si riappropriò della sua credibilità nel mondo scientifico tradizionalmente maschile e da quel momento in poi seguirono solo scoperte rivoluzionarie. Nel dicembre 1928 Mary portò alla luce il primo pterodattilo inglese, poi un secondo esemplare quasi intero di plesiosauro, ed infine nel 1929 rinvenne un esemplare di squalorazza ancora sconosciuto.  Negli anni successivi fece ancora numerosi ritrovamenti conquistando una certa notorietà e si tenne aggiornata sulle più interessanti pubblicazioni paleontologiche,  fino alla sua morte avvenuta il 9 marzo 1847 a causa di un tumore al seno.

Museo dedicato a Mary Anning a Lyme Regis
Mary Anning ha avuto l'eccezionale intelligenza di riconoscere l'importanza dei fossili marini di Lyme Regis, intelligenza che però non fu sufficiente a permetterle di ambire ad un lavoro all'università,  nei musei o ad un riconoscimento scientifico in vita,  come sarebbe accaduto a qualsiasi collega maschio. Il suo nome comparve per la prima volta scritto in una pubblicazione scientifica solo nel 1825 ad opera di George Cuvier,  che lo inserì nella didascalia di un'immagine di un plesiosauro. Ancora,  il suo nome sarebbe rimasto sconosciuto al grande pubblico se un giorno il famoso scrittore inglese Charles Dickens non le avesse dedicato un articolo sulla rivista per cui lavorava. Soltanto nel 2010, il suo nome arrivò ad essere conosciuto a tutti, quando, al 350esimo anniversario della Royal Society di Londra venne scelta tra le 10 più influenti donne britanniche nella storia della scienza.

La sua incredibile avventura viene narrata in un libro per ragazze e ragazzi, pubblicato a marzo 2019 da Editoriale Scienza, “La cacciatrice di fossili.  Mary Anning si racconta”, scritto da Annalisa Strada ed illustrato da Daniela Tieni, facente parte della serie di libri “Donne nella Scienza”, dedicati al racconto della vita di donne che hanno dato un grande contributo in ambito scientifico. E' un libro che può rappresentare molto bene le difficoltà di una donna intelligente e rivoluzionaria ad affacciarsi in un campo scientifico dominato soltanto dagli uomini, come tutt'oggi quello della paleontologia. E' caratterizzato da una narrazione in prima persona e per questo è in grado di descrivere con efficacia le emozioni della nostra protagonista discriminata per il suo talento. Ogni capitolo è corredato da dei disegni onirici che riflettono non tanto la storia ma quanto i desideri ed i sogni della protagonista. A conclusione della narrazione l'autrice ha inserito degli approfondimenti scientifici e storici che completano con minuziosi dettagli di cornice tutta la vicenda. E' un libro dedicato sicuramente alle ragazze a fornire loro un modello di donna tenace, autodeterminata e resiliente al quale ispirarsi, ma consigliato assolutamente anche ai ragazzi allo scopo di comprendere l'altra metà del mondo.

Le frasi in corsivo sono tratte dal libro "La cacciatrice di fossili. Mary Anning si racconta" di Editoriale Scienza

SCHEDA LIBRO
Autore: Annalisa Strada
Illustratore: Daniela Tieni
Collana: Donne nella scienza 
Età: da 11 anni
Argomento: evoluzione, preistoria
Tipologia: storie di scienza 
Pagine: 112
Formato cm: 143x196
Data pubblicazione: marzo 2019
ISBN: 9788873079361
CM: 71859G
Prezzo di listino: 12,90 €

domenica 9 dicembre 2018

IL GRANDE ATLANTE DEI DINOSAURI


“Per un attimo mi chiesi dove avevo già visto quella sagoma sgraziata che inarcava il dorso rivestito da una frangia triangolare e quella strana testa da uccello che si teneva a pelo del terreno. Poi ricordai. Era lo stegosauro, esattamente la creatura che Maple White aveva ritratto nel suo album da disegno e che aveva subito attratto l’attenzione di Challenger...il terreno tremava sotto il suo peso tremendo, ed il modo in cui tracannava l’acqua risuonava nel silenzio della notte...” 



Queste brevi righe sono tratte dal libro di Conan Doyle “Il mondo perduto: la valle dei dinosauri”. Lo stegosauro descritto in tutta la sua straordinaria maestosità è certamente comparso nella vostra memoria, ma avete mai visto le dimensioni di quelle frange triangolari poste sul dorso? Sapete cosa significa il suo nome? E in quale continente è stato rinvenuto?

Non è necessario andare al museo o contattare un esperto paleontologo per rispondere a queste domande. Basta sfogliare un eccezionale libro di divulgazione scientifica edito dall’ Editoriale Scienza dal titolo “Grande atlante dei dinosauri” scritto e illustrato da A. Rooney e J. Gilleard. E' un viaggio nelle trame del tessuto del tempo profondo, esattamente nel Mesozoico, da 252 a 66 milioni di anni fa, periodo in cui tutti i continenti erano popolati dai dinosauri. 

Nelle doppie pagine del testo si trovano tantissime informazioni sulle scoperte passate e più recenti dei dinosauri di ogni continente, dal Nord America in cui sono stati rinvenuti più fossili di dinosauro che altrove, al Sud America, all'Europa passando per l'Asia dove Cina e Mongolia hanno preservato giacimenti ricchissimi di dinosauri ed infine all'Africa, all'Antartide ed all'Australia. 

Il libro, realizzato con la consulenza del dott. David Button, paleontologo e cacciatore di dinosauri presso il Museo di Scienze Naturali della Carolina del Nord, America, contiene mappe che localizzano i luoghi delle scoperte delle specie più importanti dei dinosauri, rappresentati da fotografie e disegni, corredati da indiscrezioni, singolarità e dettagli poco conosciuti. 
Ancora all'interno di ogni pagina cartonata si possono ricercare delle finestre da aprire che stuzzicano l'interesse dei ragazzini più curiosi. Non mancano approfondimenti in merito alla fossilizzazione dei dinosauri, scopritori e cacciatori di dinosauri, alla tettonica a zolle, alla deriva dei continenti e all'evoluzione di questi rettili, tutti argomenti trattati con un buon rigore scientifico ma di facile lettura poichè il libro è consigliato per bambini dagli 8 anni in su. 

Non manca una pagina con il dinosauro più amato di tutti, il tirannosauro raffigurato con le piume, particolarità che non passerà inosservata ma che prende in considerazione le ultime teorie sui dinosauri piumati. 

Caratteristica unica di questo volume è stata inserire sotto forma di fotografie alcuni reperti fossili in grandezza naturale, un modo per emozionare ancora una volta i piccoli e grandi lettori appassionati di questi rettili ormai estinti.



A proposito... non avete mai visto le dimensioni di quella frangia triangolare sul dorso dello stegosauro... la piastra ossea citata da C. Doyle nella descrizione sopra... trovatela in grandezza naturale nel libro!



Per acquisti ed informazioni, la casa editrice si trova a questo link: